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Le proprietà della Tabebuia o Lapacho

2 Settembre 2014
Proprietà della tabebuia o lapacho

Il Lapacho è un albero originario del Brasile, ma si è sparso in tutto il Sud-America. Appartiene alla famiglia delle Bignoniacee, che consiste di circa 100 specie, di alcune delle quali è difficile parlare, anche per gli specialisti. La varietà a fiori rosa-porpora proveniente dal Sud America (Tabebuia Avellanedae) ha l’azione medicinale più forte.

Il Lapacho viene usato come erba medicinale da più di mille anni. E’ uno dei rimedi considerati indispensabili dagli indiani Callawaya del Brasile e dagli Incas.

Secondo racconti dell’epoca, gli incas usavano il lapacho per curare molte malattie, comprese quelle degenerative. Anche gli Indiani brasiliani usavano la parte interna della corteccia per un gran numero di disordini, come infiammazione intestinale, dissenteria, febbre, mal di gola, ferite, artriti, cistite, problemi del tratto respiratorio, morsi di serpente e vari tipi di carcinoma. Centinaia di anni di esperienza hanno insegnato che la parte interna della corteccia dà i migliori risultati terapeutici, ma anche la parte più esterna ed il legno contengono, in quantità minore, principi attivi.

Il lapacholo è stata la prima sostanza chimica del lapacho ad essere ricercata approfonditamente. E’ stata isolata già dal 1882 e la formula chimica è stata definita nel 1896. L’azione anti-batterica è stata scoperta in Brasile nel 1956 e nello stesso il medesimo gruppo di ricerca ha isolato l’a e il b- lapachone e lo xiloidone; questi costituenti hanno dimostrato di avere potere battericida e fungicida. Un numero considerevole di altri componenti attivi furono scoperti nel 1967 all’Università di Aberdeen. L’azione antibiotica, così come l’attività antitumorale, dipende soprattutto dalla capacità del lapacholo di interferire con il metabolismo mitocondriale dell’ossigeno, attraverso l’inibizione del trasporto elettronico.

Le proprietà del Lapacho sono soprattutto antibatteriche, antinfiammatorie, antiossidanti, depurative e toniche. Ci sono diverse ricerche scientifiche che hanno confermato le virtù di questa pianta di cui si è isolato in particolare un principio attivo, il lapacholo, utile appunto a contrastare funghi e batteri. Si continuano a studiare gli effetti di questo albero anche valutando l’eventualità che possa essere un valido alleato nella lotta ai tumori.

Attività antibatterica del Lapacho

Il lapacholo si è dimostrato efficace contro i batteri gram-positivi (p.e. stafilococchi e streptococchi) e contro la brucella gram-negativa. Tuttavia, la purificazione continuativa dell’ estratto di lapacho portava ad una perdita dell’azione antibiotica. Si è stabilito che, a parte il lapacholo, una quantità di altri costituenti con attività antibiotica erano presenti nella pianta. Poco dopo furono isolati a- e b-lapachone e xiloidone. Questi composti, oltre ad una attività antibiotica possedevano anche una forte attività antimicotica.

Attività antivirale Lapacho

Quest’attività è basata sull’inibizione dei processi enzimatici che sono necessari al virus per moltiplicarsi. Vari costituenti del lapacho  come lapacholo, b-lapachone, idrossinaftochinoni e il bioflavonoide quercetina) hanno mostrato una azione antivirale. Il lapacholo ha mostrato di essere efficace contro il virus dell’herpes simplex I e II, contro il virus della poliomielite e della stomatite vescicolare, mentre b-lapachone è anche attivo contro i retrovirus (la classe di virus che possono provocare cancro, leucemia e AIDS). Gli idrossinaftochinoni sono attivi anche contro vari virus dell’influenza e la quercetina, a parte la sua attività antiretrovirale, è anche attiva contro herpes, polio e rabbia.

Attività antiparassitaria

Secondo i ricercatori brasiliani, il lapacho e i costituenti isolati del lapacho sono attivi contro numerosi parassiti tropicali. Il lapacholo, così come il a- e b-lapachone e la quercetina hanno dimostrato di avere attività antiparassitaria. I disturbi che rispondevano al trattamento con lapacho o suoi costituenti erano malaria e schistosomiasi.

Attività fungicida del Lapacho

Anche i funghi sembrano essere sensibili alle sostanze antibiotiche del lapacho. I chinoni (naftochinoni), specialmente lo xiloidone, sono molto efficaci contro la Candida albicans e il Trichophyton che provoca la tigna. Inoltre in caso di infezioni del tratto gatrointestinale, il lapacho può essere utilizzato come adiuvante.

Lapacho e Diabete

La ricerca moderna ha scoperto che l’effetto antidiabetico è dovuto all’alcaloide tecomina, che è stato isolato nel 1959, ed ha un’azione sostanzialmente ipoglicemizzante. Esperimenti su animali hanno dimostrato un margine di sicurezza ragionevole per la tecomina, tuttavia è molto instabile ed il suo livello può scendere rapidamente; ma se il livello degli antiossidanti naturali è elevato, può rimanere stabile per un tempo molto più lungo. La tecomina è localizzata soprattutto nelle foglie.

Altri usi del Lapacho

Oltre agli usi sopracitati, il lapacho ha anche altre indicazioni, tra cui la favorisce la perdita di peso e un’attività anti-infiammatoria, specialmente sulla mucosa del tratto intestinale, vescica e prostata, sull’apparato genitale femminile, su bocca e gola. Sono stati descritti successi anche nel trattamento di polipi intestinali e vescicali e ulcere intestinali.

Il lapacho stimola la formazione delle cellule della serie rossa. Grazie alla sua azione depurativa, è utile nelle affezioni cutanee dovute ad una diminuita eliminazione di prodotti di scarto metabolico; sono anche state riportate attività come cardiotonico e vulnerario. Per quanto riguarda gli effetti collaterali, la ricerca recente ha confermato che la tossicità del Lapacho è molto bassa e che l’effetto antivitamina K è ampiamente compensato dalle proprietà tipo vitamina K degli antrachinoni.

Il Lapacho non va mai assunto in gravidanza e allattamento e neppure in caso si faccia uso di farmaci anticoagulanti, aspirina compresa. Gli effetti collaterali di questa pianta sono rari e si manifestano soprattutto a livello gastrointestinale, in caso sopraggiungano basta interrompere subito l’assunzione.

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